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Comunicato della Resistenza Afgana
Si approssima per gli afgani il giorno del loro vero Eid


Gli afgani stanno celebrando il loro Eid ul-fitr [festività che segna la fine del Ramadan] mentre il loro paese si trova sotto l’occupazione di brutali invasori e di mercenari di tutto il mondo, i quali a causa delle loro politiche anti-islamiche e disumane e dell’odio che nutrono hanno trasformato l’intero Afghanistan in una prigione e in una cella di torture. I miseri afgani devono lottare contro minacce, morti, danni, e altre avversità di ogni genere ad opera dei soldati invasori. Ormai in Afghanistan né gli agricoltori possono coltivare in pace e con tranquillità la loro terra, né negozianti, uomini d’affari, compratori e venditori sono più in grado di recarsi dalle loro case al luogo di lavoro senza aver paura, sempre con la preoccupazione che i Mujahiddín possano tendere un’imboscata a qualche convoglio degli invasori e questi per rappresaglia si vendichino sui civili. Vi è anche il timore di restare presi con la macchina in mezzo agli automezzi di qualche convoglio degli invasori e che questi le diano addosso senza riguardo con uno dei lori carri armati...

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Comunicato della Resistenza Afgana
Si approssima per gli afgani il giorno del loro vero Eid

Emirato Islamico dell’Afghanistan

Shawwal 5, 1430 A.H. - 25 Settembre 2009


In nome di Allah, il Compassionevole il Misericordioso.

Gli afgani stanno celebrando il loro Eid ul-fitr [festività che segna la fine del Ramadan] mentre il loro paese si trova sotto l’occupazione di brutali invasori e di mercenari di tutto il mondo, i quali a causa delle loro politiche anti-islamiche e disumane e dell’odio che nutrono hanno trasformato l’intero Afghanistan in una prigione e in una cella di torture. I miseri afgani devono lottare contro minacce, morti, danni, e altre avversità di ogni genere ad opera dei soldati invasori.

Ormai in Afghanistan né gli agricoltori possono coltivare in pace e con tranquillità la loro terra, né negozianti, uomini d’affari, compratori e venditori sono più in grado di recarsi dalle loro case al luogo di lavoro senza aver paura, sempre con la preoccupazione che i Mujahiddín possano tendere un’imboscata a qualche convoglio degli invasori e questi per rappresaglia si vendichino sui civili. Vi è anche il timore di restare presi con la macchina in mezzo agli automezzi di qualche convoglio degli invasori e che questi le diano addosso senza riguardo con uno dei lori carri armati.

Anche i fedeli afgani hanno le loro preoccupazioni. Sono sempre in dubbio se recarsi alla moschea per le devozioni collettive o pregare in casa, perché temono di cadere in qualche imboscata delle pattuglie mobili o appiedate degli invasori. Del pari, i genitori sono sempre in pena per i loro bambini fino a che non tornano a casa dalla scuola, temendo sempre che qualche carro armato degli invasori vi possa penetrare o la bombardi col pretesto che le scuole siano centri di addestramento dell’opposizione armata, e con la continua paura di vedere i bambini tornare a casa sporchi di sangue.

In breve, gli afgani sono perennemente sotto l’incubo delle repressioni, delle atrocità e dei crimini degli invasori, e non hanno un momento di respiro. E le loro celebrazioni liete, le festività, le cerimonie funebri, e i rapporti familiari, tutto è avvelenato dalle minacce degli invasori.

D’altra parte i Mujahiddín afgani e gli eroi che sacrificano la loro vita per la patria hanno dovuto trasformare la terra afgana in un campo di fuoco e di fiamme per le truppe capeggiate dagli Stati Uniti, ormai avvilite e col morale basso. Gli invasori, a loro volta, pensano che ogni montagna, vallata, deserto, o villaggio possa essere un caposaldo degli insorti che metta a rischio le loro vite, e temono sempre di venire con certezza attaccati o colti in imboscata da questi luoghi, come minimo con qualche mina stradale. E pensano che ogni afgano stia meditando di attaccarli.

Devoti uomini delle campagne!

Considerando la vastità del movimento della Jihad [Guerra Santa] e la sollevazione popolare possiamo assicurarvi che in un vicino futuro festeggeremo alfine la vera vittoria degli afgani. Il baluardo del nemico è sul punto di crollare. Alcuni membri di questa sua alleanza non tentano neanche di nascondere il fatto che qui stanno andando incontro alla disfatta e che hanno deciso di andarsene dall’Afghanistan.

In questo storico confronto con la coalizione straniera i santi sacrifici e il sangue degli afgani porteranno i loro frutti, e preghiamo Allah Onnipotente di concedere requie e sollievo alle anime dei martiri e che nel paese venga instaurato e reso stabile un sistema politico islamico.

Emirato Islamico dell’Afghanistan

Traduzione di Rolando M.

Originale:
http://www.alemarah1.info/english/index.php?option=com_conte
nt&view=article&id=275:the-afghans-are-approaching-the-day-o ...








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