26 febbraio 2010

Vita difficile per i giornalisti che stanno cercando di seguire la campagna elettorale per il voto del 7 marzo nella regione del Kurdistan.

Organizzazioni internazionali per la difesa della libertà di stampa denunciano aggressioni e limitazioni dei movimenti – "un’ondata di minacce, molestie, e violenza fisica", secondo le parole di Reporters sans frontières (RSF).

La situazione sembra effettivamente assai grave. Uno dei più quotati giornali indipendenti della regione autonoma del nord Iraq, Hawlati, due giorni fa è uscito con la prima pagina completamente bianca, tranne per il titolo: "Voi avete le pistole, noi abbiamo le penne". All’interno, una lettera aperta al presidente iracheno Jalal Talabani (che è anche il leader della Patriotic Union of Kurdistan, uno dei due maggiori partiti kurdi), in cui si chiede la fine degli attacchi contro i giornalisti.

"Lei deve intervenire per fermare le aggressioni contro i giornalisti indipendenti, perseguirne gli autori, e permettere ai giornalisti di svolgere il loro lavoro", scriveva il direttore del bi-settimanale, Kamal Rauf.

Hawlati ha denunciato l’aggressione contro uno dei suoi giornalisti, ai quali sono state confiscate le attrezzature da uomini non identificati a Sulaimaniya, uno dei due principali centri della regione kurda, nei pressi degli uffici del PUK, il partito di Talabani.

Rauf ha riferito a RSF di aver parlato con il premier del Governo regionale del Kurdistan, Barham Salih, che ha promesso un’indagine.

L’organizzazione internazionale per la libertà di stampa con sede a Parigi elenca altri casi recenti in cui i giornalisti della regione kurda sono stati presi di mira.

In uno di questi, che si è verificato il 19 febbraio, a Irbil, la capitale regionale, sono stati aggrediti due reporter che lavoravano per il network televisivo Speda, che appartiene a un partito dell’opposizione.

Il giorno prima, a Sulaimaniya, era toccato all’editore di Hawlati, Ara Ibrahim, e a un giornalista che lavora per la rivista Livin e per Goran TV.

Secondo Ahmad Mira, che dirige Lafine, una rivista politica, le aggressioni dimostrano che i due partiti che dominano la regione kurda – il PUK di Talabani e il Kurdistan Democratic Party del presidente del Kurdistan Mas’ud Barzani - "considerano i giornalisti dei nemici".

Nella regione kurda c’è molta tensione fra partiti rivali, soprattutto dopo la scelta di Goran, il movimento di opposizione che è la seconda forza politica nel parlamento regionale, di presentarsi da solo alle elezioni nazionali del 7 marzo, e non all’interno della Kurdistan Alliance, la coalizione che raggruppa la maggioranza dei partiti kurdi.

La situazione è talmente grave che a Sulaimaniya la Commissione elettorale ha imposto il coprifuoco alle 9 di sera per le attività di propaganda, tanti sono stati gli episodi di violenza che si sono verificati.

[O.S.]

Fonte: Agence France Presse